| | All'anagrafe: Giovanni Moretti |
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Etą: 71 anni | Data di nascita: 19/08/1953 | Segno Zodiacale: Leone | Luogo di nascita: Brunico (BZ), Italia | | |
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| Giovanni Moretti, per tutti, semplicemente, Nanni, non è nato a Roma ma a Brunico dove suo padre Luigi, docente di epigrafia greca, e sua madre Agata Apicella, insegnante di liceo, erano in vacanza.
Due sono le grandi passioni del giovane Nanni: il cinema da un lato, la pallanuoto dall'altro. Nel corso della giovinezza, mentre frequenta a Roma il liceo classico Lucrezio Caro, Nanni gioca in serie A con la S.S. Lazio Nuoto e nel 1970 approda perfino alla nazionale giovanile di pallanuoto. Ma, una volta terminato il liceo, Moretti decide che la sua vera strada è quella del cinema, che persegue con il supporto discreto della famiglia. Nanni vende allora la sua collezione di francobolli, con quei soldi acquista una cinepresa in Super8 e nel 1973 gira due cortometraggi fortemente influenzati dal clima degli anni e dalle sue esperienze politiche nella sinistra extraparlamentare: La sconfitta, storia di un ex sessantottino in crisi, e Paté de bourgeois, storia di una coppia in crisi. Nello stesso periodo s'iscrive al Cineclub Roma Sud, e nel 1974 gira il mediometraggio Come parli frate?, reinterpretazione de "I promessi sposi" raccontata dal punto di vista di Don Rodrigo.
Il debutto nel lungometraggio arriva nel 1976, e l'impatto è notevole. Io sono un autarchico, di cui lo stesso regista è protagonista nei panni di Michele Apicella, alter ego che utilizzerà poi in numerosi altri film, viene proiettato inizialmente al solo Filmstudio romano, ma diventa presto un caso cinematografico e culturale: ne scrive Moravia sull'Espresso, e Arbasino chiama il regista in tv, nella trasmissione Match, per un confronto oramai leggendario con Mario Monicelli.
Dopo una parte in Padre Padrone affidatagli dai fratelli Taviani, che ne apprezzano e coltivano il talento, Moretti è pronto per il secondo lungometraggio, nato dalla fusione di due soggettini, uno sull'autocoscienza maschile ('Piccolo gruppo') e un altro ('Delirio d'agosto') sui difficili rapporti che il personaggio di Michele Apicella ha con la famiglia e le ragazze: nel 1978 esce quindi Ecce Bombo. Girato con mezzi professionali, in 16mm, il film sarà presentato in concorso al Festival di Cannes e avrà un grande successo di pubblico, imponendo il nome di Nanni Moretti all'attenzione di tutti, non solo del circolo culturale e intellettuale che aveva interessato Io sono un autarchico.
Con questi primi due film, Moretti racconta senza filtri una generazione, una disillusione, la politica di quegli anni, mentre con Sogni d'oro, del 1981, il regista sterza leggermente verso un intimismo autorefererenziale che comunque è intessuto di società e di politica. Il film viene presentato in Concorso a Venezia dove vince il Gran Premio della Giuria, ma il pubblico rimane più tiepido. Decisamente meglio le cose vanno nel 1984 con Bianca, che rimarrà uno dei film più iconici e amati di Moretti. Nel 1986 Nanni abbandona momentaneamente l'alter ego di Michele Apicella per diventare il Don Giulio di La messa è finita, vincendo l'Orso d'argento al Festival di Berlino.
Per amore del cinema a tutto tondo, e per salvaguardare sempre più la sua autonomia, Moretti fonda nel 1987 la sua società di produzione, la Sacher Film: primi film tagati Sacher saranno Notte italiana di Carlo Mazzacurati e Domani accadrà di Daniele Luchetti. Alla produzione seguiranno poi l'apertura di un cinema, il Nuovo Sacher, e di una società di distribuzione, la Tandem, poi Sacher Distribuzione, attualmente fuori esercizio.
I grandi amori giovanili di Moretti si fondono nel 1989 in Palombella rossa, ultima apparizione del personaggio di Michele Apicella e chiusura di un ciclo (non a caso contiene alcuni frammenti de La sconfitta): un capolavoro surreale politico e intimo a tempo stesso.
L'anno successivo Moretti racconta la trasformazione del PCI di Occhetto nel mediometraggio La cosa, e nel 1991 è protagonista de Il portaborse di Luchetti.
Nel 1993 si apre una parentesi diaristica con Caro Diario (premiato per la miglior regia al Festival di Cannes), cui nel 1998 segue Aprile: nei film Moretti interpreta sé stesso e parla della sua vita e della sua visione del mondo e della politica. Nel mezzo, ci sono corti come L'unico paese al mondo e Il giorno della prima di Close Up, e ruoli da protagonista ne La seconda volta di Calopresti e in Tre vite e una sola morte di Raoul Ruiz.
Il Terzo Millennio, per Nanni Moretti, si apre col meno morettiano del suoi film: La stanza del figlio, ambientato ad Ancona, lo vede nei panni dio uno psicanalista alle prese con la morte accidentale del figlio adolescente, e viene premiato nel 2001 con la Palma d'oro al Festival di Cannes; pochi mesi dopo, dopo aver presieduto la giuria del Festival di Venezia e essere stato tra i promotori del movimeno dei girotondi, Moretti contesterà duramente i dirigenti della sinistra italiana nel corso di un comizio a Piazza Navona dove venne invitato a parlare dagli stessi politici che attaccherà.
Nel 2006, dopo il corto Il grido d'angoscia dell'uccello predatore (20 tagli d'Aprile), gira Il Caimano, che ruota attorno alla figura di Silvio Berlusconi e che per la prima volta lo vede in un ruolo da non protagonista. Nel 2007 è uno dei registi chiamati a comporre il collettivo Chacun son cinéma e diventa direttore del Torino Film Festival, carica che ricoprirà per due anni; e nello stesso anno si separa dal socio Angelo Barbagallo. L'anno successivo, invece, è sceneggiatore e protagonista di Caos calmo, di Aurelio Grimaldi, che farà scalpore presso i morettiani per via di un'inedita scena di sesso tra Nanni e Isabella Ferrari.
A Cannes, Moretti torna nel 2011 con Habemus Papam, il film che racconta di un pontefice neoeletto che non se la sente di affrontare quella responsabilità e che anticipa incredibilmente le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Ma sulla Croisette Moretti sarà anche l'anno successivo come Presidente di Giuria, e al fine festival viene viene nominato Commandeur de l'ordre des Arts et Lettres dal ministro della cultura francese.
Anche Mia madre, del 2015, è in concorso al Festival di Cannes. Il film racconta di una regista e di suo fratello alle prese con l'imminente morte della genitrice.
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