Attrice. Figlia di Attilio Mangini e della borghesana Flora Divina, dopo aver studiato danza alla Scala con Aurel Millos, debutta giovanissima sul palcoscenico a fianco a Pina Renzi. Su consiglio di un coreografo, adotta uno pseudonimo: Dorian Gray, ispirato al torbido personaggio del romanzo di Oscar Wilde e nel 1950, a soli 14 anni, è a teatro nella rivista "Votate per Venere" di Orio Vergani e Dino Falconi, accanto a Macario, Elena Giusti e Gino Bramieri. Lo spettacolo ottiene un incredibile successo e la tournée successiva la porta persino a Parigi. La sua bellezza e l'incredibile talento attraggono l'attenzione di Garinei e Giovannini che nel 1952 la scelgono per "Gran baraonda", rivista interpretata da Wanda Osiris e Alberto Sordi. Nel 1953 è sul palcoscenico di "Made in Italy", un'altra creazione della coppia Garinei-Giovannini che ricompone dopo anni la coppia Osiris-Macario, per cui si vede assegnare il titolo di "Diva dell'anno" dal Club della Passerella. Nel biennio successivo lo stilista Emilio Schubert le cuce addosso i panni della bionda eccentrica e svampita per "Passo doppio" di Scarnicci e Tarabusi, in cui recita accanto a Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi. La sua figura mozzafiato, quasi nuda sul palco, le fa guadagnare la prestigiosa Maschera d'Argento. Negli anni Cinquanta, nel pieno del successo, la soubrette decide di lasciare il teatro di rivista per approdare al cinema. Dopo alcuni film leggeri come "Lo sai che i papaveri"(1952) di Metz e Marchesi, la sua carriera sembra prendere una piega diversa. Nel 1956 è la pericolosa "tentatrice" di "Totò, Peppino e la... malafemmina" di Camillo Mastrocinque, insolitamente doppiata da Andreina Pagnani, mentre l'anno successivo Federico Fellini la sceglie per interpretare Jessy, la bellissima amante di Amedeo Nazzari in "Le notti di Cabiria" ed è la benzinaia Virginia in "Il grido" di Michelangelo Antonioni. Nel 1958 il ruolo di Ornella in "Mogli pericolose" di Luigi Comencini le fa ottenere il Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista. Nel 1960 è a fianco a Sordi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Silvana Mangano in "Crimen" di Mario Camerini e interpreta "Il carro armato dell'8 settembre" di Gianni Puccini. Durante gli anni Sessanta, però, dopo la nascita del figlio Massimo Arturo Toffanelli, dirada le sue apparizioni al cinema, fino a decidere nel 1965 di ritirarsi a vita privata, trasferendosi a Torcegno, paese natale di sua madre. Si suicida all'età di 75 anni nella sua villa con un colpo di pistola.