Attrice. Nasce negli anni della Grande Depressione, in un piccolo paese rurale in una delle tante piantagioni di tabacco del Profondo Sud. Ultima di sette figli di una famiglia poverissima, viene scoperta a diciotto anni, durante un viaggio a New York, da un agente della MGM che aveva visto una sua foto nella vetrina di un fotografo cognato della Gardner. Inizia il tirocinio di attrice a Hollywood, lavorando come comparsa in numerosi film, fino a quando si fa notare al fianco di Burt Lancaster nel film nero, tratto da un racconto di Hemingway, "I gangsters" (1946) di Robert Siodmak. Anche se priva di studi (a ventitré anni aveva letto soltanto la "Bibbia" e "Via col vento") e perennemente insicura, il suo fascino travolgente la fa diventare presto la più bella attrice di Hollywood. Ma la sua incredibile bellezza è anche una maledizione che la segna sia nella vita che nella carriera.Nel 1952 interpreta insieme a Peck, l'avventuroso film "Le nevi del Kilimangiaro" di Henry King. Viene finalmente valorizzata nell'esotico "Mogambo" (1953) di John Ford interpretando uno dei suoi ruoli più romantici insieme a due grandi del cinema, Clark Gable e Grace Kelly. Nel 1954 viene chiamata, insieme a Bogart, a dar vita al risibile personaggio di "La contessa scalza" di Joseph Mankiewicz. Nel 1956 lavora con Cukor che la dirige nel melodramma "Sangue misto". Nel 1958 interpreta la "Maja desnuda" di Hermann Kosterlitz e nel 1959 un personaggio drammatico in "L'ultima spiaggia" di Stanley Kramer, Alla fine degli anni '50, la Gardner è già una diva con tre matrimoni falliti alle spalle: con Mickey Rooney nel 1943, con Artie Shaw nel 1946 e con il grande Frank Sinatra nel 1957. Ha anche una lunga relazione con Walter Chiari per cui anima le notti della dolce vita romana dando molto lavoro alla nascente categoria dei "paparazzi".Nel 1964 interpreta "La notte dell'iguana" di John Huston, subito dopo si trasferisce in Spagna, frequentando l'ambiente delle corride; poi si trasferisce a Londra per evitare il fisco. Gli ultimi film sono poco più che delle comparsate di lusso, come "L'uomo dei sette capestri" (1972), in cui interpreta il personaggio di un'attrice; "Terremoto" (1974); "Il giardino della felicità" (1975); "Cassandra Crossing" (1976). Disillusa ed amareggiata, la Gardner passa gli ultimi anni della sua vita chiusa nel suo appartamento londinese, in compagnia della sua fedelissima governante e il suo amato cane. Muore di polmonite il 25 gennaio 1990, dopo aver consegnato ad un redattore il materiale della autobiografia "Ava: My Story", pubblicato nel 1991.