| | All'anagrafe: Gianni Amelio |
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| | Luogo di nascita: SAN PIETRO MAGISANO (Catanzaro) ITALIA | | |
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| Regista. Nel 1945 suo padre lascia la famiglia poco dopo la sua nascita per trasferirsi in Argentina in cerca del proprio padre che non ha dato più notizie di sé. Cresce con la nonna materna che insiste per farlo studiare fino alla Laurea in Filosofia ottenuta all'Università di Messina. Nel suo mondo poetico centrale è la figura del Padre, con il quale nei suoi film i rapporti sono sempre conflittuali, oppure è assente o lontano mentre le figure di donna sono opache e sfumate. Si forma negli anni '60 lavorando come operatore e poi come aiuto regista in numerose produzioni. L'esordio alla regia è nel 1970 con un film sperimentale "La Fine del Gioco" per la RAI. Nel 1973 realizza "La Città del Sole" sulla vita e l'opera di Tommaso Campanella, ottenendo il gran premio al Festival di Thonon. Nel 1978 con il giallo "La morte al lavoro" ottiene il premio FIPRESCI al Festival di Locarno, il premio speciale della giuria e quello della critica al Festival di Hyères. Con "Colpire al Cuore", presentato a Venezia nel 1982, realizza uno dei più interessanti film italiani degli anni Ottanta. Benché si parli di terrorismo, il tema del film è il difficile rapporto tra padre e figlio, tra giovane e adulto. Dal 1989 in poi inizia per Amelio il periodo più interessante. Nel 1992 con "Il Ladro di Bambini", che è anche il suo maggior successo, ottiene un premio speciale al Festival di Cannes. Di ambizione maggiore sono i successivi "Lamerica" (1994), premiato con il Nastro d'argento, e "Così Ridevano" (1998) Leone d'oro a Venezia, ma entrambi con scarso successo di pubblico. | |
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