| | All'anagrafe: Piero De Bernardi |
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Etą: 98 anni | Data di nascita: 12/04/1926 | Segno Zodiacale: Ariete | Luogo di nascita: PRATO (Italia) | | Luogo di morte: MILANO (Italia) |
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| Sceneggiatore. Nel 1953 interrompe gli studi classici per dedicarsi alla sua passione, il cinema, collaborando con Gian Paolo Callegari alla sceneggiatura di "Il tesoro del Bengala" di Gianni Vernuccio. L'anno successivo conosce Leo Benvenuti, anche lui toscano, diventa suo amico e inaugura con lui un legame professionale che li accompagnerà per tutta la carriera e che inizia con l'adattamento del romanzo di Vasco Pratolini "Le ragazze di San Frediano" per l'esordiente Valerio Zurlini. Mentre nel 1957 i due sceneggiano "Guendalina" per Alberto Lattuada, l'anno successivo, con "L'uomo di paglia" danno avvio al sodalizio con il regista Pietro Germi, che continuerà negli anni con "Serafino"(1968), "Le castagne sono buone"(1970) e "Alfredo, Alfredo"(1972). Negli anni d'oro della commedia, armati di uno spirito toscano aspro, dissacrante e aperto anche alla satira, lasciano la propria impronta nel cinema italiano, scrivendo oltre duecento film e affiancando i registi più diversi: da Vittorio De Sica ad Alessandro Blasetti, da Luigi Comencini a Nino Manfredi, fino ad Alberto Sordi e Sergio Leone, che vuole la loro firma in "C'era una volta in America"(1984). Nel 1974, insieme al regista Luciano Salce, hanno l'intuizione di trasportare la maschera comica ideata da Paolo Villaggio dalla carta al grande schermo, dando così il via ai trionfi al botteghino dei vari Fantozzi. Nel 1977 si aggiudicano il loro primo David di Donatello per "La stanza del vescovo" di Dino Risi. L'apice del successo, però, arriva solo grazie alla fruttuosa collaborazione con Mario Monicelli - iniziata nel 1975 grazie a "Amici miei", un soggetto che il regista 'eredita' da Germi - che si snoda negli anni in 'film cult' della storia del cinema italiano come "In viaggio con Anita"(1978), "Il marchese del Grillo"(1981) e soprattutto "Speriamo che sia femmina"(1985), un progetto a lungo accarezzato che ottiene il David di Donatello per la migliore sceneggiatura. A partire dalla fine degli anni Settanta, la coppia di sceneggiatori affianca l'allora sconosciuto Carlo Verdone, scrivendo con lui numerosi film, da "Un sacco bello"(1979) e "Bianco, Rosso e Verdone" fino a "Io e mia sorella"(ultimo David della carriera), "Compagni di scuola"(1988) e "Stasera a casa di Alice"(1990). Tra gli anni Ottanta e Novanta, trascinato dall'indole affabulatoria di Benvenuti e dalle insistenze dei colleghi Ugo Pirro, Age e Furio Scarpelli, De Bernardi accetta, nonostante il suo carattere schivo e introverso, di essere tra i fautori del Premio Solinas e di partecipare a iniziative didattiche e laboratori per formare le nuove leve del cinema italiano. Dopo la morte di Benvenuti, avvenuta nel 2000, non abbandona il mondo del cinema, continuando a scrivere sceneggiature in una posizione però più defilata rispetto al passato. Tra i suoi ultimi lavori, "Grande, grosso e... Verdone"(2008) e un omaggio al passato, "Amici miei... Come tutto ebbe inizio" di Neri Parenti. Muore a 84 anni dopo una lunga malattia. | |
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