| | All'anagrafe: Marina Piperno |
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Etą: 89 anni | Data di nascita: 22/03/1935 | Segno Zodiacale: Ariete | Luogo di nascita: ROMA (Italia) | | |
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| Produttrice. Dopo una precoce ed intensa stagione da giornalista per «Il Paese di Roma», diretto da Tommaso Smith, partendo dagli sport invernali per arrivare alle cronache cinematografiche e finire ai reportage sulla povertà delle periferie urbane, sceglie il cinema, nel ruolo di produttore, complice una lunga permanenza a New York e studi di regia televisiva. Esordisce con il documentario "16 ottobre 1943"(1961) sulla razzia del ghetto di Roma, dal testo di Giacomo De Benedetti e la regia di Ansano Giannarelli, quando sullo sterminio ebraico era scesa l'ombra della rimozione. Il 'corto' è di forte impatto e ottiene un grande successo. Nel 1962 fonda la REIAC Film con Giannarelli e Piero Nelli, diventandone amministratore unico. Prima donna italiana a misurarsi con una professione totalmente maschile, dopo i Nastri d'Argento per il mediometraggio "Diario di bordo"(1967) e per il complesso della sua attività documentaristica (1968), inizia a produrre fiction, sia per il grande schermo che per la Rai, pur mantenendo viva la sua attenzione nei confronti dei temi sociali e politici che fin dall'inizio hanno caratterizzato le sue scelte. Tipico, in questo senso, è il mediometraggio "Labanta negro" di Piero Nelli che fu proiettato all'ONU quale prova contro le atrocità commesse del colonialismo portoghese in Guinea Bissau, come il documentarismo dedicato ai movimenti di rivolta e di liberazione che fiorirono nel mondo e che accelerarono la decolonizzazione, quando non la provocarono. Negli anni '60 la produzione della REIAC Film è completamente autofinanziata, poiché il settore documentaristico ha una sola possibilità di recupero dei costi sostenuti attraverso i 'premi di qualità' assegnati dal Ministero dello Spettacolo e nella misura di dieci all'anno per i cortometraggi migliori. La REIAC Film li vince quasi sempre, ma ciò non basta a finanziare nuova produzione e a coprire i costi di gestione della struttura societaria. È per questa ragione che il gruppo promotore della REIAC Film decide di avviare una linea produttiva di cinema industriale. Nascono rapporti con la FIAT, con le Ferrovie dello Stato, ENI. Anche in questo settore la REIAC Film consegue riconoscimenti e diventa l'interlocutore audiovisuale di molte aziende importanti. Viene fondata, all'uopo, la Publireiac, con sede a Milano e soci milanesi, che opererà prevalentemente nel settore pubblicitario, producendo 'caroselli' per Upim, Facis, Credito Italiano, Splügenbräu, Balestra, Perugina. Alla fine degli anni '60 viene presa la decisione di perfezionare l'attività audiovisuale della REIAC Film. Nascono la SAV (Società Audiovisivi) e la IRTAV (Istituto di ricerche sulle tecnologie audiovisive), provviste di un comitato scientifico di grande qualificazione. Maturano intanto i rapporti con la Rai della quale la REIAC Film diventa, tra i primi e per molti anni, un partner progettuale ed esecutivo. Dall'intensa collaborazione con la Rai nacquero cicli, inchieste, documentari (sociologici e scientifici), telefilm sperimentali, fiction. Nel dicembre del 1982 fonda la MP srl con la quale produce i film di Luigi Faccini. Tra gli oltre duecento 'pezzi' che ha firmato, Marina Piperno ama ricordare: "Il bianco e il nero"(1966), "L'asfalto nella giungla"(1966), "Noi siamo l'Africa"(1966), "Dakar è una metropoli"(1966), "Diario di bordo"(1967), "Sierra Maestra"(1968), "Non ho tempo"(1971), "Immagini vive"(1974), di Ansano Giannarelli; e la serie "Gli uomini della scienza"che lo stesso Giannarelli aveva ideato e coordinato, riservandosi la regia di "Monge"(1977); "La traversata"(1969) di Giuseppe Bellecca; "L'Alessandro nelle Indie"(1970) di Vittorio Sermonti; "I ventanni di tre generazioni"(1977) di Bellecca e Murgia; "Rocco Scotellaro"(1977) di Maurizio Scaparro; "Il Fratello"(1974) di Massimo Mida; "I Cinegiornali della Pace"(1962) e "La Veritàaaa"(1982) di Cesare Zavattini. "Il richiamo"(1992) di Claudio Bondì; "Sassalbo provincia di Sidney"(1982), "L'Amiata è anche un fiume"(1983), "Immaginando cinema"(1984), "Inganni"(1985), "C'era una volta gente appassionata"(1985), "Donna d'ombra"(1988), "Notte di stelle"(1991), "Canto per il sangue dimenticato"(1997), "Giamaica"(1998) e "Andrea, dicci chi sei"(2003), "Le mani raccontano"(2006), "Il pane della memoria"(2008) di Luigi Faccini. Produttore indipendente, che ha praticato da sempre la strada dei 'prototipi', Marina Piperno sostiene che solo la specificità nazionale del nostro cinema è garanzia della sua vitalità. Nel 1999 ha pubblicato per le Edizioni Cinque Terre una raccolta di poesie dal titolo "Sono una ragazza che si arrangia". Nel 2002 il Club degli amici del cinema (Genova) ha dedicato una retrospettiva alla sua produzione cinematografica, dopo il corso che Giampaolo Bernagozzi e il DAMS dedicarono, nel 1978, all'esperienza produttiva della REIAC Film. È membro del Comitato Scientifico dell'associazione culturale E.L.M. Europa Liguria Mediterraneo, fondata dalla parlamentare europea Marta Vincenzi, divenuta in seguito anche Sindaco di Genova. È stata docente del Master in Management per lo Spettacolo presso l'Accademia d'arti e mestieri dello Spettacolo, Teatro della Scala. Ricopre inoltre la carica di Presidente dell'associazione culturale Ippogrifo Liguria, che organizza convegni di vasta risonanza ed eventi come Gente di Strada, "un riconoscimento a chi si batte contro l'esclusione", assegnato a don Andrea Gallo nel 2003, a Nevè Shalom-Wahat as Salam nel 2004, oltre a produrre video ed esplicare una consistente attività editoriale attraverso la collana 'I libri dell'Ippogrifo'. Nel 2011, il Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici gli assegna il 'Nastro Speciale alla Carriera'. | |
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