| | All'anagrafe: Caterina Boratto |
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Etą: 109 anni | Data di nascita: 15/03/1915 | Segno Zodiacale: Pesci | Luogo di nascita: TORINO (Italia) | | Luogo di morte: ROMA (Italia) |
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| Attrice. Figlia di un eroe della Grande Guerra, frequenta il liceo musicale di Torino, dove studia canto per coronare il sogno di diventare un soprano leggero. La sua irrefrenabile timidezza, però, le impedisce di esibirsi sul palcoscenico, deludendo così le aspettative di Mascagni e Toscanini, che sono tra i suoi più convinti estimatori. Nel 1937, su indicazione dell'attrice teatrale Evelina Paoli, il regista Guido Brignone la sceglie per interpretare la protagonista di "Vivere!" accanto al tenore Tito Schipa, con il quale sboccia un'intensa storia d'amore. Per lanciare il film, la produzione inventa il fatto che Caterina sia la figlia dell'autista di Mussolini, Ercole Boratto. I giornali credono al 'rumor' e anche il segretario del Partito Fascista, Achille Starace, cade nell'equivoco. Il successo la catapulta nell'universo delle dive della stagione dei "telefoni bianchi" e l'anno successivo è sul set di "Chi è più felice di me", ancora di Brignone, e di "Hanno rapito un uomo" di Gennaro Righelli, in cui recita al fianco di Vittorio De Sica. La sua fama arriva oltreoceano, procurandole un contratto di sette anni con la MGM: Louis B. Mayer ha l'intenzione di sfruttare al meglio le sue doti canore e di farne una nuova Jeannette McDonald. In America, tra cocktail e lezioni di inglese, ha una fugace relazione con Spencer Tracy, ha la fortuna di conoscere Judy Garland e il romanziere Francis Scott Fitzgerald, che in quel periodo è sotto contratto alla MGM come sceneggiatore. Il debutto hollywoodiano, però, viene rimandato di mese in mese. A causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Caterina decide di tornare in Italia imbarcandosi a Rio de Janeiro e fermandosi in Spagna dove, scambiata per una spia, corre il rischio di essere arrestata. Mentre riappare sul grande schermo in melodrammi di successo come "Il romanzo di un giovane povero"(1942) di Brignone, in cui è a fianco di Amedeo Nazzari, si stabilisce in una Torino irriconoscibile distrutta dai bombardamenti, dove conosce e si innamora del conte Guidi di Romena, che muore nel dicembre 1942 in un incidente aereo. Distrutta dal dolore, riesce a riprendersi grazie all'appoggio di De Sica, di Giuditta Rissone e del produttore Peppino Amato che le propone l'avventura di "Campo de' Fiori". Sul set del film conosce Anna Magnani e intreccia una lunga e duratura amicizia con Aldo Fabrizi e Peppino De Filippo. La guerra le porta via anche i due fratelli: Renato, caduto durante la lotta partigiana, e Filiberto, morto nell'eccidio di Cefalonia. Non riuscendo a riprendersi, trova rifugio alla Sanatrix, una lussuosa clinica torinese, dove conosce il proprietario, Armando Ceratto, lo sposa e rimane al suo fianco assistendo i feriti e offrendo un nascondiglio al presidente della Fiat, Vittorio Valletta, e a molti militanti partigiani. Dopo la nascita dei suoi due figli, Paolo e Marina, la carriera passa in secondo piano e per una decina d'anni si allontana dal grande schermo: soltanto nel 1951 Riccardo Freda la convince a interpretare un altro mélo, "Il tradimento". Il suo matrimonio si rivela però difficile e, dopo il tracollo finanziario del marito, torna definitivamente a Roma dove le vengono offerti soltanto copioni di feuilleton e film di cappa e spada. Nell'inverno del 1962 incrocia per caso Federico Fellini in via del Corso. Due giorni dopo il regista riminese le telefona per proporle un ruolo tra i suoi 'fantasmi' di "8 ½". È per lei l'inizio di una seconda carriera che la vede lavorare di nuovo con Fellini in "Giulietta degli spiriti", ma anche con Alessandro Blasetti, Alberto Sordi, Pier Paolo Pasolini, Mario Bava, Sydney Pollack ed Ettore Scola. Nell'ultima parte della sua carriera approda anche al teatro, passando con disinvoltura dalle operette a Pirandello, e al piccolo schermo con la sit-com "Villa Arzilla". Muore nella sua casa di Roma all'età di 95 anni dopo una lunga malattia. | |
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