Regista e sceneggiatore. Figlio di un diplomatico, cresce nella capitale del Ciad, N'Djamena, e per un breve periodo si trasferisce con la famiglia a Pechino, sempre a seguito del padre. Appassionato di cinema sin da ragazzo, frequenta assiduamente le sale cinematografiche locali ma anche le proiezioni organizzate dall'Istituto Culturale francese. All'inizio degli anni '80 abbandona il Ciad a causa della violenta guerra civile e, attraverso il Camerun, nel 1982 arriva in Francia dove frequenta prima il Conservatoire Libre du Cinéma Français di Parigi e poi, nel 1986, i corsi di giornalismo dello I.U.T., l'Università di Bordeaux. Dopo alcune esperienze in quotidiani e radio locali decide di mettere in pratica gli studi di cinema e realizza il suo primo cortometraggio "Maral Tanie", incentrato sulla questione dei matrimoni combinati e presentato con successo al Festival Vues d'Afrique nel 1994. Sin dai suoi esordi si impone agli occhi della critica internazionale grazie a un cinema eclettico, che spazia dal documentario alla fiction toccando i generi più disparati, dal dramma al thriller sfiorando persino la commedia, e realizzato con uno stile personale che nel tempo si è viepiù rinforzato permettendo alla lente cinematografica di mostrare allo spettatore la vita reale con i suoi aspetti psicologici, lirici e politici. Ma soprattutto di sperimentare e assorbire l'atmosfera dell'Africa. Nel 1997, insieme al collega Issa Serge Coelo, fonda a Parigi un'associazione che riunisce i registi di origine africana per cercare di aiutare gli autori a risolvere le numerose difficoltà e i gravi problemi che affliggono la cinematografia del 'Continente nero'. Tali problematiche diventeranno il soggetto del suo primo lungometraggio "Bye Bye Africa", realizzato nel 1999, dopo alcune altre esperienze di corti. La docufiction dagli evidenti richiami autobiografici riceve il premio 'CinemAvvenire' e una menzione speciale del Premio Luigi De Laurentiis alla 56. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Nel 2002 firma invece il suo primo lungometraggio a soggetto,"Abouna", un'opera drammatica che narra la realtà di due fratelli e la loro madre abbandonati dal capofamiglia, presentata a Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs . Nel 2006 partecipa ancora una volta alla kermesse veneziana dove riceve il Gran Premio della Giuria della 63ma edizione e la menzione speciale della giuria SIGNIS per la sua terza opera, "Daratt - La stagione del perdono". Il film, per i suoi contenuti e per la particolare attenzione ai valori umani e spirituali, riceve anche il Premio la Navicella della Fondazione Ente dello Spettacolo. Nel 2010 è in concorso al Festival di Cannes con "Un homme qui crie", storia di un rapporto tra padre e figlio inserita nello spaccato d'attualità di un paese lacerato da una guerra civile lunga decenni, che vince il Premio della Giuria. Nello stesso anno la Fondazione Ente dello Spettacolo gli conferisce il Premio Robert Bresson all'interno della cornice della 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Nel 2011 è chiamato a far parte della giuria della Selezione Ufficiale del 64. Festival di Cannes.